In questi giorni i mass-media hanno molto parlato della fine del mondo. Alcuni scienziati e studiosi sostengono che ciò avverrà presumibilmente nel 2012 a causa di fenomeni che coinvolgeranno il moto della Terra e la posizione del Sole. A prescindere da queste ultime ipotesi, però, la curiositào la paura hanno sempre spinto l'uomo ad immaginare che cosa potrà accadere quando arriverà la fine della Terra. In una sorta di immaginario collettivo, che ha sicuramente trovato riscontro il film prodotti e libri scritti, la fine del mondo corrisponderà ad un momento di distruzione causato da calamità naturali come terremoti, eruzione di vulcani, maremoti che sconvolgeranno ogni forma vivente sulla Terra. Sarà una specie di "ribellione" della natura contro la natura, umanità compresa, un'apocalisse che non lascerà alcun superstite.
A me, invece, piace immaginare la fine del mondo non come la tappa finale della vita ma come un inizio di una nuova dimensione; una realtà sicuramente diversa dove gli esseri nel rispetto di tutte le forme viventi riusciranno a convivere non solo dal punto di vista rinnovato nello spirito. Mi piace immaginare una realtà pacifica con il creato e fra gli uomini, un mondo pulito da tutta quella "sporcizia" (intesa non solo come rifiuti) che l'umanità nei secoli ha saputo fabbricare.
Di sicuro l'ignoto, l'insicurezza, il non sapere quando e come arriverà incute un po' di timore.
Ma di certo avere 13 anni vuol dire essere ancora troppo giovani per pensarci seriamente.
ANNA NESSI
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