8.3.10

COMMENTO

COMMENTO DEL BRANO I CHICCHI DI CAFFè


Nel brano letto in classe "Un chicco di caffè" vengono paragonati i comportamenti di un uovo, di una carota e di dei chicchi di caffè a contatto con l'acqua bollente al modo di reagire alle avversità delle persone.

C'è chi da duro si rammollisce, chi si chiude in sè stesso e rende il problema meno tetro.

Sarebbe troppo ovvio immedesimarsi adesso in un chicco di caffè quindi rimando il quesito alla fine di questo commento.

Per ora voglio sottolineare la precisione calda del lessico che fa immedesimare il lettore proprio in un paese dell'america latina, dove è stato scritto il brano. L'utilizzo dei dialoghi diretti è molto utile a creare un sottofndo di buon umore.

La figura della figlia che chiede al padre come comportarsi verso le difficoltà è fantastica, e dà lìidea di un padre saggio e una figlia umile ed acuta.

Nessuno dei tre elementi che reagiscono sono però simbolo di un tipo di carattere: in diverse proporzioni, ognuno forma il proprio carattere su ciascuno di questi modi di essere, e non si identifica mai in uno solo.

Se in prevalenza io cerco di essere un chicco di caffè, non è detto che lo sono, perché fra le intenzioni e le azioni... beh, non sono proprio la stessa cosa.

Soprattutto quando è un impegno a trasformarsi in avversità, sono perlopiù scocciato e lo faccio con noncuranza (relativa) invece di agire migliorandolo.

Ma se qualcuno, come me, desidera essere un chicco di caffè, allora vuol dire che lo è già da tempo.


Francesco Cavalleri

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