Non molte persone conoscono le infinite curiosità che ci può togliere la genetica: si può calcolare il colore dell'incrocio fra due fiori, la capacità di arrotolare la lingua di un individuo generato da due genitori che non sono capaci, e molte altre maraviglie. Ancora meno persone sanno che i progressi della scienza odierna ci permettono di lavorare con il nostro patrimonio genetico, o meglio con i geni, i pezzetti della struttura costituita dal DNA intrecciato (cromosomi).
Le possibilità sono molteplici: indurre un batterio a produrre una certa proteina (inserendogli il gene che la codifica) per ottenerne quantità più ampie; oppure coltivare delle cellule staminali. Sulle cellule staminali c'è stato il primo dubbio della scienza: dal momento che c'è la possibilità di indurle a trasformarsi in particolari cellule per curare l'organimsmo, l'uomo può intervenire in questo modo per salvare delle vite? Io penso che sia legittimo, anche constatando che in un caso* l'utilizzo delle cellule staminali è andato a buon fine. Qualcuno potrebbe obiettare che se le cellule staminali non intervengono naturalmente non bisogna obbligarle. In questo caso, come in molti altri, è necessario stabilire una norma, una legge che definisca il corretto utilizzo di una certa tecnologia. Ad esempio, qualche anno fa in Italia dopo un referendum si era arrivati alla seguente legge: "Al fine di favorire la soluzione dei problemi riproduttivi derivanti dalla sterilità o dalla infertilità umana è consentito il ricorso alla procreazione medicalmente assistita, alle condizioni e secondo le modalità previste dalla presente legge, che assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito. Il ricorso alla procreazione medicalmente assistita è consentito qualora non vi siano altri metodi terapeutici efficaci per rimuovere determinate malattie geneticamente trasmittibili" Significa che è consentita la fecondazine artificiale ma non l'intervento a livello genetico per modificare l'embrione prima del trapianto nell'utero materno. Secondo me, quando c'è la certezza genetica di una malattia grave, e si ha la possibilità di evitarla sostituendo i geni malati, bisognerebbe essere autorizzati ad intervenire. Ovviamente i rischi sono moltissimi: potendo intervenire sul patrimonio erditario, un genitore potrebbe scegliere l'aspetto del proprio figlio, il che porterebbe alla nascita di moltissime persone uguali, e sarebbe come vivere in un mondo di cloni. Ma questa è un'altra storia. Raccontiamola subito. Tutti (i più grandi) si ricorderanno di qundo nel 1997 fu clonata la pecora Dolly.


E la prima domanda che sorse spontanea fu: "Ma si può fare anche con gli uomini?" Silenzio. Sì, la verità è che, essendo la pecora un mammifero ed il suo metodo riproduttivo molto simile a quello umano, c'è la logica e concreta possibilità che la clonazione degli umani sia ormai cosa dei giorni nostri. Ed è terrificante. Io personalmente ho visto molti film sui cloni e, essendo -in quanto essere unico ed irripetibile (ed anche intelligente)- fondamentalmente contrario alla clonazione, mi lascio venire alcuni dubbi. Certo, fisicamente saremmo tutti uguali, ma alla fine è il nostro carattere che ci contaddistingue, ed esso si acquisisce dall'ambiente esterno. Che però alla lunga, essendo costituito il mondo da cloni, sarebbe sempre uguale. E poi certe doti innate come le diverse attitudini sarebbero comuni a tutti. I pareri sono molteplici e svariati sulla clonazione, ed il mio non è carto singolare: sono contrario. E nella genetica, se non si parla di esseri umani, si parla comunque di esseri viventi, e non bisogna dimenticare che noi, appartenendo a questa categoria, ne dipendiamo. Quindi, certo che se una mela viene geneticamente modificate a te può interessare quanto al papa la vittoria del Como, ma se poi te la mangi, e muori, allora dovresti interessarti di più. Intanto il principio è lo stesso: la sostitusione, l'inserzione o la delezione di alcuni geni. La loro discendenza sarà tutta geneticamente modificata. In molti casi ciò è favorevole all'uomo e alla natura perché ad esempio può ridurre l'utilizzo si pesticidi, ma quando il guadagno è solo economico, ci penserei su un atimo. C'è chi, pur di guadagnare, speculerebbe moltissimo e quindi, visto che non considero l'industria transgenica strettamente indispensabile alla vita umana, mi dichiaro contrario. Tranne per il simbolo. Gran bel simbolo.

Francesco Cavalleri
*In una clinica tedesca delle celule staminali sono diventate tessuto cardiaco.
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