26.11.10
ELEZIONE DEL GOVERNO DEGLI GNOMI
Presidente: Scorti Lisa 3C
Vicepresidente: Vendramin Lorenzo 3A
25.11.10
COMMERCIO EQUO E SOLIDALE
Sono molto poche le persone che, nei nostri paesi industrializzati, non hanno sentito parlare del commercio equo e solidale. Questo tipo di commercio si basa su un rapporto diretto fra il produttore e l'azienda che vende il suo prodotto; ovvero ciò che non avviene normalmente nelle multinazionali, dove ci sono moltissimi intermediari.
Quindi, nel sistema utilizzato dalle multinazionali ci sono molti costi che aumentano via via che il prodotto si avvicina al consumatore: trasporti, lavorazioni, pubblicità, confezionamento... Ovviamente per far quadrare i conti si taglia sulla regolare paga di chi ha realmente lavorato per produrre le materie prime, ovvero i poverissimi contadini del terzo mondo. La differenza che il commercio equo s'impone è quella di rispettare i diritti del lavoratore garantendogli un rapporto diretto e uno stipendio costante e che retribuisca giustamente il suo lavoro. Infatti, anche se i prezzi di zucchero, caffè, cacao ecc. sono stabiliti nei paesi ricche il commercio equo e solidale s'impegna a non scendere mai sotto un minimo stipendio.
Ma come tutte le cose buone (o che almeno lo sono in apparenza) anche il commercio equo è spesso visto con scetticismo: Ma i prodotti saranno sani? Rispetteranno le norme igieniche? E perché costano di più?
Bisogna essere chiari per definire questi aspetti: oltre ad essere perfettamente a norma con tutte le regole dell'unione europea, molte delle coltivazioni hanno scelto di utilizzare anche un'agricoltura che sia equa anche con la natura, ovvero coltivazioni biologiche.
Da parte mia, mi viene da pensare che ci saranno pure degli aspetti negativi, ma anche sforzandomi non riesco a trovarne, a parte una leggera differenza di prezzo che viene ampiamente compensata dalla qualità dei prodotti e dalla consapevolezza dell'aiutare qualcuno.
Io mi dichiaro nettamente favorevole al commercio equo e solidale, per i motivi che sono anche i più importanti di questo commercio:
-I contadini hanno un aiuto immediato, che subito gli permette di ricominciare a produrre e di non doversi ridurre a fare i braccianti per le multinazionali. Infatti i pochi contadini indipendenti dalle multinazionali sono disagiati da vari elementi come il clima, le variazioni di prezzo, i bisogni della famiglia, e non riescono a produrre abbastanza.
-A lungo andare, reintroducendo i soldi in questi ambienti poveri si comincia a far girare l'economia locale, e quindi si possono tenere da parte dei soldi per acquistare elementi socialmente utili o ampliare la comunità di contadini ad altri villaggi e così facendo aiutare altre persone.
L'idea di commercio equo e solidale non è molto antica, si sviluppo dal secondo dopoguerra e in Italia la prima associazione fu la CTM, ancora oggi la più importante.
Il passo più importante, che è anche quello finale, di tutto il commercio equo è la vendita, che solitamente è gestita da volontari.
Un aspetto negativo sta che, forse per mancanza di organizzazione o per mancanza di fondi, per me si conta troppo sul volontariato: è vero che è giustissimo aiutare in cambio di niente ma questo sentimento ormai si sta perdendo.
Conoscendo più dall'interno queste associazioni si potrebbe cercare di dare un aiuto comune perché tutto il commercio mondiale gli assomigli, anche se sarebbe sicuramente una “rivoluzione” a lungo temine.
Francesco Cavalleri
15.11.10
TESI SUL NUCLEARE E LE RISORSE RINNOVABILI
È da parecchi anni ormai che si parla dell'esaurimento delle risorse non rinnovabili come il petrolio, il carbone, i gas; ed anche se ce ne fossero ancora molti, abbiamo tutti sotto gli occhi le guerre che possono scoppiare per appropriarsene.
Molti liquiderebbero il problema semplicemente promuovendo l'utilizzo delle fonti di energia rinnovabili, come le pale eoliche, le centrali idroelettriche, i pannelli fotovoltaici, le centrali geotermiche. Ma pensandoci bene, sono poche le occasioni in cui queste tecnologie non inquinanti riescono a soddisfare il fabbisogno energetico di interi paesi.
Già, infatti sono proprio questi i due punti che potrebbero contrapporsi in un ampio dibattito sulle fonti di energia rinnovabili:
A. Le energie rinnovabili sono senza dubbio migliori perché oltre ad essere illimitate non producono anidride carbonica ed ossidi di azoto e di zolfo, principali cause del buco nell'ozono e dell'effetto serra.
B. Anche con i loro benefici, non sono comunque in grado di colmare la lacuna energetiche che lascerebbe l'abbandono delle centrali a combustione.
In effetti quest'ultimo punto non è poi così drastico, perché con un uso più responsabile e meno dispendioso dell'energia da parte di tutti sarebbe possibile dipendere solo dalle energie rinnovabili. Anche questo è un problema importante di cui tener conto: spesso la presenza di zone più ricche di carbone o petrolio creava dipendenze alle nazioni senza, e sfociava nelle guerre; ma sarebbe forse impossibile immaginarsi, in un futuro non molto lontano, delle guerre per zone più ventose o più soleggiate?
Comunque, pensare a un impegno collettivo nel risparmio di energia a livello mondiale con la situazione politica e sociale attuale sarebbe irreale, sia per altri problemi sia per la mancanza di senso di cambiamento generale.
Ed è a questo punto che entra in gioco l'energia nucleare: non inquina, è illimitata e potrebbe fornire tutta l'energia necessaria; ma ovviamente ha anche molti aspetti negativi. Il processo di scissione nucleare fu un'idea di Einstein, che non la inventò come arma, ma decise di svilupparla come tale per impedire che la sviluppassero i nazisti.
Successivamente si pensò ad una centrale che, con il calore provocato dall'esplosione atomica trasmettesse in energia il vapore risultante dalla veloce evaporazione dell'acqua.
Ora la critica verso il nucleare è molto accesa tanto da vietarne l'uso in alcuni paesi europei tra cui l'Italia; le principali diffidenze sono:
-I disastri avvenuti in passato (Cernobyl) dovuti comunque a gestioni inadeguate;
-La difficoltà nello smaltire le scorie;
-La localizzazione dei centri, che ovviamente nessuno vorrebbe vicino;
-La difficoltà nei trasporti delle materia prima (Uranio 235) e delle scorie, entrambe radioattive.
Questi sono solo i problemi principali, è poi da contemplare il fatto che queste strutture potrebbero essere facilmente vittima di attacchi terroristici .
La mia opinione personale è favorevole all'utilizzo delle centrali nucleari per la produzione di energia, poiché, come ho già specificato, un impegno collettivo al fine del solo utilizzo delle energie rinnovabili naturali sarebbe impossibile.
E visto che fra poco finiranno petrolio & Co., e con loro diversi problemi, bisogna incominciare a risolvere quelli nuovi che ci si presentano con il nucleare. Riguardo ai disastri passati, penso che ormai con la tecnologia odierna sia possibile prevenirli come anche per gli attacchi terroristici. Se no, quando divento maggiorenne ci penso io.
Per localizzare i centri si dovrebbe porli vicino alle miniere di uranio, risolvendo così anche il problema del trasporto.
Il problema principale è rappresentato dalla gestione delle scorie: se non siamo capaci di gestire il problema dei rifiuti, qui in Italia, come ce la caveremo con le scorie radioattive?
Un'importante idea, che però andrebbe approfondita e verificata, sarebbe questa: mezzo secolo fa' si scindeva l'uranio 235 perché è facilmente scindibile, e si procede così tuttora. Possibile che in questo così importante campo non ci sia stato nessun progresso? Se si riuscisse a scindere qualche altro materiale, che è d'ingombro, come ad esempio i rifiuti, ci si ritroverebbe con meno scorie che magari non sarebbero neanche radioattive!
Purtroppo quest'idea non è assolutamente non fondata, ma sa fosse possibile...
è un'idea mia!
Francesco Cavalleri
28.10.10
LA MANO DELLA CONTESSA
Il professionista in questione aveva messo gli occhi da tempo sull'anello della contessa della città, quando questa morì molto giovane.
Quel ladro ero io: venni a sapere, malauguratamente, che la contessa, essendo molto affezionata al suo anello, si fosse fatta seppellire con esso alla mano. Progettai di rubarlo in segreto una notte.
Quella notte la ricordo come la più buia della mia vita: la pioggia scrosciante sembrava sussurrarmi parole di terrore; aprii il cancello del cimitero SKCREEEEECTKC!!! che si aprì con uno scricciolio e mi lasciò entrare.
Mi aggiravo fra le lapidi, quando MIAAAAOOOOOO!!! sentii un gatto miagolare violentemente per poi sfuggire alla mia vista: allora trovai la sfarzosa tomba della contessa.
Cominciai a scavare e scavai per molti lunghissimi minuti fino a quando la pala sbattette sul legno della bara. La scoperchiai.
Dentro il corpo della contessa era già nello stato di putrefazione, e l'anello lucido sembrava continuare a vivere, sebbene la sua proprietaria fosse morta.
Ma l'anello era incastrato: provai a staccarlo ma alla fine, impaurito da quella terribile atmosfera, tagliai tutta la mano alla contessa e scappai velocissimo.
Grazie ai soldi dell'anello vissi per molti anni felice e spensierato, e nessuno sospettava di me per il macabro furto dell'anello.
Una notte, mentre passeggiavo vicino a quel cimitero, mi si fermò davanti una carrozza nera, la porta si aprì e vidi dentro ad essa una giovane donna.
Le chiesi "Signora, mi porga la mano, l'aiuterò a scendere". "Lo farei volentieri, ma... LA MIA MANO, CE L'HAI TUUUU!!!"
Gnomo Tinus alla riscossa
Aiuto regista 2 e sostegno morale: Lorenzo Vendramin
13.10.10
Citazioni da Braveheart
- La tua isola? Vuoi dire l'Irlanda.
- Certo! È mia!
- Tu sei pazzo...
- Allora sono venuto nel posto giusto
“Tutti muoiono, non tutti però vivono veramente”
11.10.10
LA VITA
Perchè certa gente la spreca?
Perchè non si accorgono che è tutto quello che qualcuno potrebbe desiderare?
Ed è la cosa più bella che una persona possa avere...
Cosa significa avere tutto senza accorgersi?
Ma in realtà che cosa è la vita?
Che domanda stupida...
Quasi nessuno se l'è mai chiesto eppure adesso siamo qui a chiedercelo...
E' qualcosa da costruirci,
è un sogno,
un sentimento,
è un soffio di felicità,
una battaglia,
un'opportunità...
La cosa più bella...
E perchè c'è sempre qualcuno che la spreca? Come per esempio con la droga?
Che la butta via?
Perché non se ne accorge dell'importanza?
E che si vive una sola volta...
E poi penso... Perché sbagliamo?
(anche se posso dire che sono io la prima a sbagliare)
Perché a volte chi fatica non ottiene niente e chi non fa niente si arricchisce e diventa ''il migliore'' ?
Ma forse la ricchezza non è tutto...
Eppure alla televisione dicono che senza soldi non si vive... Perché?
E' come se dicessero che chi è senza soldi non può essere accettato in questo mondo... Perché?
Perché deve esistere il migliore?
è così brutta...
Nella vita c'è sentimento...
Come per esempio l'amore...
Chi non ha mai provato questo sentimento bellissimo che ti fa sognare?
La VITA viene data a tutti, chi prima e chi dopo ma io non capisco il perchè Dio consapevole che noi la sprechiamo ce la dà lo stesso...
"Sogna perchè nel sonno puoi trovare quello che il giorno non ti puo' dare..."
Mal'importante è vivere e non tradirsi mai!
2.10.10
SCHEDA LIBRO DI BRAVEHEART
Randall Wallace è uno sceneggiatore, regista, produttore cinematografico, cantautore e scrittore statunitense. Nato in Tennessee nel 1949, si laurea all'Università Duke, che frequenta come studente seminarista studiando storia delle religioni. Dopo aver tentato una carriera nel canto e nella composizione, nei primi anni Ottanta si trasferisce a Hollywood, dove inizia a scrivere racconti e romanzi, ma soprattutto inizia a scrivere sceneggiature per la televisione. Dopo la breve parentesi televisiva, esordisce nel 1995 con la sua prima sceneggiatura per il cinema: per Mel Gibson scrive Braveheart - Cuore impavido che ottiene una candidatura all'Oscar per la migliore sceneggiatura originale e vince un Writers Guild of America Award. Dal 1980 ad oggi ha scritto sette romanzi ed è stato l'autore di canzoni per diversi artisti.
La sintesi
Ambientato fra i paesaggi delle colline della Scozia e i palazzi reali di Londra e Parigi, Braveheart si suddivide in quattro atti -il ragazzo, il ribelle, il governatore, cuori impavidi- e numerosi capitoli all'interno di essi. Un ragazzo, chiamato William Wallace, si vede portare via dalla crudeltà degli inglesi -nonché dal loro perfido re Edoardo I “Longshanks”- il padre e il fratello, e viene affidato ad un suo zio, un prete, col quale imparerà tutto, dalle strategie di guerra al latino. Il romanzo riprende un decennio dopo, raccontando il matrimonio d'interesse fra Isabella I, principessa di Francia, ed Edoardo, l'unico figlio del re d'Inghilterra. In Scozia, William torna al suo paese natale dove sposa la bellissima Murron.
In seguito a controversie con dei soldati, Murron viene sgozzata dallo sceriffo della città per attirare Wallace; che, pazzo dal dolore, organizza una rivolta col fedele amico Hamish e il padre dell'amico, il vecchio Campbell. Sostenuti da una dozzina di contadini, il coraggio e il furore di William Wallace li porteranno alla vittoria contro la guarnigione inglese che opprimeva il villaggio.
Da quel momento, l'unico scopo della vita di William sarà sconfiggere gli inglesi conquistando il loro territorio fino a Londra. Così comincia un lungo periodo passato fra i boschi ad aspettare rinforzi dai clan circostanti e sui campi di battaglia contro le guarnigioni mandate dall'Inghilterra. Fino a che arriva un giorno molto importante: l'esercito di guardia al confine scozzese sta attaccando l'esercito di Wallace in una pianura tagliata da un fiume con un ponte. Uscendo vittorioso grazie alla tecnica di battaglia ed al suo immenso coraggio, William Wallace viene ordinato cavaliere dai nobili scozzesi, che nel contempo sono in lotta fra loro per il successore al trono di Scozia. Fra gli alleati di William c'è un irlandese, Stephen, che si è conquistato la sua fiducia, e che lo seguirà insieme ad Hamish in tutte le battaglie.
Intanto a Londra il re Edoardo è scontento perché la Francia è sempre più restia ad unire le due corone, e parte per Parigi, affidando al figlio il compito di combattere Wallace.
L'esercito della Scozia, dopo aver espugnato York, viene raggiunto dalla principessa Isabella con una proposta di pace, rifiutata, ma lei e William si innamoreranno comunque.
Durante una ritirata per la mancanza di rinforzi da parte dei nobili, Wallace viene informato che i lancieri francesi, la fanteria irlandese e i tiratori olandesi sono sbarcati con un'enorme esercito inglese per attaccarli. In questa battaglia, oltre a decidersi la libertà della Scozia, un uomo darà prova di un coraggio sovrumano, impensabile: quell'uomo è William Wallace.
Lo stile
Nello stile di Randall Wallace si nota subito che le descrizioni fisiche sono molto succinte mentre sono evidenti le digressioni riflessive su strategie e pensieri. Essendo un romanzo d'azione, è innanzitutto coinvolgente ed esaltante; è ovviamente in parallelo con delle storie d'amore che alleggeriscono le asperità della guerra, lasciandone comunque trasparire tutto il furore e l'orgoglio scozzese, in particolare quello di William Wallace.
Il libro sembra intensificarsi sempre di più fino agli ultimi capitoli, nei quali invece regnano il silenzio e la pioggia.
La passione, l'odio, la tristezza, ma soprattutto il coraggio, giganteggiano nel cuore senza paura di Wallace, di Braveheart.
Impressioni personali
Premetto innanzitutto dicendo che questo libro l'ho letto in parte a Londra, in vacanza con la mia famiglia, e ciò mi ha reso maggiormente partecipe delle avventure di William.
A me è sembrato innanzitutto un libro equilibrato, che non concede troppo spazio né alla eccessiva cruenza della guerra né all'amore.
Poi, mi è sembrato un fantastico capolavoro minuziosamente curato nell'aspetto umano e dei luoghi. Luoghi che, di giorno visitavo, e che di sera leggevo nel mio libro.
Nell'immensa navata di Westminster Abbey ho capito cosa provò William Wallace mentre veniva processato, e mi sono emozionato nel vedere la gigantesca tomba di Edoardo I.
Infine, pensando a quale capolavoro è nato da una leggenda popolare scozzese, mi rendo conto ogni giorno sempre di più che forse l'autore, Randall Wallace, è veramente un lontano nipote di William Wallace, come afferma nel libro, perché solo chi ha nel sangue quello di un cuore impavido può pensare a scrivere in un modo così emozionante.
24.9.10
NUOVO ANNO SCOLASTICO
Ci manchera molto il motto "evviva la seconda a" dalla musicalità impressionante.
Ora, visto che non siamo ancora nel pieno della creatività, gradiremmo da tutti i lettori dei consiglisu nuovi temi da affrontare. Saranno gradite anche foto ed altri elaborati.
Grazie a tutti i lettori ed i collaboratori per aver reso possibile lo sviluppo di questo blog.
4.7.10
L' INIZIO DEL MONDO SECONDO ANNA
Anna <3
13.6.10
È FINITA LA SCUOLA!!!
Probabilmente per tre mesi non vedrete nessun nuovo post (a meno che l'Italia vinca i mondiali) perché quando dopo un anno ci si può disinteressare completamente alla scuola anche questi divertenti metodi di studio e collaborazione diventano di facile distacco, perché comunque attinenti ad un'ambiente scolastico, che nel caso di quest'anno ha avuto momenti di pesantezza [...] e anche di piacevole apprendimento e gioco.
Buone vacanze a tutti,
Cava
8.6.10
"AQVA VIVENS"
Speriamo che vi piaccia.
31.5.10
FOTO DI CLASSE
21.5.10
GITA A PORTOFINO
Partiti in mattinata, con un pullman, alla volta della zona marina protetta di Portofino. Noi delle seconde della scuola Aldo Moro siamo arrivati in mattinata a Santa Margherita, quando la pioggia ancora non batteva sulle strade. La prima attività si è svolta lì a Santa Margherita, ed è consistita in un collegamento audio e video con un sommozzatore immersosi nella baia davanti alla cittadina marinara. Fra intelligenti domande come «ci fai vedere quanto è grande?» e le varie sfocature della telecamera, ciò che abbiamo imparato da una biologa marina e dal sommozzatore Luca e più o meno attinente a stelle marine (echinodermi), l'importanza delle alghe, pesci velenosi come lo scorfano o “esotici” come la donzella, emigrata dall'oceano indiano per mezzo del canale di Suez; tutto in una ristretta dimensione mediterranea.
Abbiamo poi appreso come l'area protetta sia ulteriormente suddivisa in zona A -protezione totale-, zona B -è consentita la balneazione-, zona C -è permesso il transito solo a velocità bassa e a piccole imbarcazioni e la pesca consentita solo ai pescatori del luogo-.
Dopo il nostro pranzo al sacco, visto che il tempo lo permetteva, ci siamo incamminati verso il borgo di Portofino, un tratto sulla strada e un altro nella macchia mediterranea. Tempo un'oretta circa che ci si apriva davanti la piazza centrale del borgo di Portofino, costellata dovunque di lussuosi yacht, negozi di lusso, ma anche semplici (e costose) bancarelle e gelaterie). Riposatici siamo saliti in circa una ventina di minuti fino al castello e al faro posto sopra Portofino, dove un -penso- milionario venditore estorceva 4,50 euro per una bottiglietta d'acqua. Nel pomeriggio abbiamo avuto tempo libero per girare tra le viuzze di Portofino e mangiare un gelato. Poi siamo tornati a Santa Margherita col bus di linea e da lì, con il nostro pullman, ci siamo spostati a Lavagna Ligure presso il nostro hotel.
Un giro in spiaggia, comprensivo di raccolta sassi, arrampicate sul marmo, puccia-piedi nell'acqua, e siamo tornati nelle camere a lavarci. La cena dell'hotel comprendeva pietanze normali: un piatto di pasta al sugo, cotoletta e patatine fritte; un budino per dessert. Poi in camera abbiamo ascoltato un po' di musica e dopo aver spento la luce ci siamo addormentati raccontandoci barzellette.
Nell'uggiosa piovosità del mattino seguente aleggiava la speranza di molti di andare direttamente a Genova, ma dopo la colazione la nostra guida, Stefania, laureata in scienze naturali, ha deciso che una parte del trekking si poteva fare, escludendo quella più in alto. Quindi il percorso è stato da San Rocco fino a Camogli, dove, oltre a vedere il porto e una padella gigante, ci siamo mangiati la rinomata focaccia di Camogli. In seguito ci siamo diretti a Genova, dove siamo arrivati verso l'una e abbiamo pranzato, non certo in solitudine.
Della successiva visita all'acquario, ciò che più mi ha stupito è stata l'enorme conoscenza e l'abilità di spiegazione della guida. Ma ecco, in ordine, le vasche e ciò che ho imparato:
-una vasca verticale cilindrica molto alta (circa 7 mt) mostrava come l'acqua filtra la luce e lascia passare solo il blu; essa conteneva murene e scorfani.
-un'enorme vasca (1200000 lt d'acqua) contenete, oltre a branzini e pesci di normali dimensioni, due squali toro, due squali di un'altra specie e uno squalo sega. Ciò dimostra che gli squali sono molto meno aggressivi di quanto si creda.
-un'altra grandissima vasca con Matteo e la sua mamma, due delfini che possono mangiare anche 9 kg di pesce crudo al giorno.
-la vasca dei lamantini, più parenti degli elefanti che delle foche, anche se molto somiglianti a queste ultime.
-la vasca delle foche: una famiglia, papà, mamma e il figlio Freccia, molto giocherellone ed amico della guida.
Successivamente si susseguivano varie vasche con ricostruzioni sopra e sotto acqua, di ambienti tropicali, del Madagascar e del mare vicino alla costa e lontano da essa. Fra tutti i pesci ricordo il pesce pagliaccio, il pesce unicorno, il colonnello, il chirurgo, il pesce palla, il pesce napoleone...
Gechi, serpenti, tartarughe precedevano la vasca tattile delle mante.
Passata la vasca dei pinguini, abbiamo visto il pesce arciere, che con il suo sputo fa cadere gli insetti in acqua e li mangia; il caimano e l'alligatore, le piccolissime rane arancioni e la vasca del mar Mediterraneo, con la simulazione delle onde. Verso la fine del percorso vi era una stanza dove varie vasche ospitavano cinque delle sette specie di meduse presenti nell'acquario: le meduse quadrifoglio -molto comuni- o quelle dai lunghi tentacoli, mortali col loro veleno e viventi solo in Australia.
Usciti dal museo il nostro pullman ci ha ricondotti a Como, dove siamo arrivati alle 19.45. Sono contento di questa esperienza sia perché ho trascorso molto tempo coi miei amici, sia perché ho ampliato il mio bagaglio culturale scientifico-naturalistico.
19.5.10
CONCERTO PER PAOLO
Il programma è segreto ma le sorprese sono assicurate anche da noi alunni!
Se volete vivere una serata particolarmente divertente, noi vi aspetteremo.
Ricordiamo ad eventuali lettori estranei che la nostra scuola si trova in Europa, In Italia, in Lombardia, in provincia di Como, presso la sede e scuola secondaria di primo grado Aldo Moro dell'Istituto comprensivo Como-Prestino, in via Picchi 5.
CI SCUSIAMO
Fra non molto sarà creata una nuova rete telefonica grazie alla quale potremo pubblicare post più spesso, aspettandoci da voi lettori un pronto apprezzamento. Ancora scuse,
la 2a the best
RUGBY
Quattro nostre compagne di classe (Michela, Anna, Giulia e Francesca) parteciperanno il 21 e il 22 maggio alle nazionali di rugby che si terranno a jesolo! Prima di arrivare a questa tappa hanno partecipato alle provinciali che si sono tenute al campo Coni dove sono arrivate prime e alle regionali che si sono tenute a Monza! Tifate tutti per loro!
CARTOLANDIA
Martedì alcuni nostri compagni sono andati a rappresentare le classi seconde della nostra scuola con la prof. Cervi allo spettacolo-premiazione di Cartolandia 2010 al teatro sociale e hanno ricevuto in premio (originalità) una stampante a colori. i lavori valutati sono quelli prodotti nelle ore pomeridiane dei Mercoledì con le professoresse Cervi e Molteni.
Sarà possibile ritirare i lavori per visionarli fino al 29 maggio cm (corrente mese).
Il tema dell'anno prossimo sarà "Aggiungi un mondo a tavola", aspettiamo numerosi partecipanti!
GINNASTICA ARTISTICA
4.5.10
L'ANNO DI RODARI
Diceva: "A me piace interrogare i bambini in modo indiretto mettendo in movimento la loro fantasia. Perchè se io pongo loro un problema fantastico le loro soluzioni sono sempre più avanzate delle mie. L'ho imparato in trent'anni! Sono sempre più coraggiose; vanno sempre più in là."
by Anna Nessi
30.4.10
IO E LA MUSICA
Se penso alla musica, mi accorgo di considerarla e apprezzarla maggiormente quando essa è accompagnata da un testo, quando lo rispecchia e lo esalta, musiche tristi o delicate, o squillanti e trionfanti spesso da sole non bastano. In generale, nella mia giornata, ascolto musica di cantautori, perché riesco, grazie alle melodie di tutti gli strumenti, a immedesimarmi nel testo.
Con certe canzoni che già conosco mi rilasso, oppure al pomeriggio mi lascio prendere da nuove canzoni mai ascoltate.
Poi, grazie ai lavori scolastici rispetto agli strumenti musicali, sono in grado di riconoscerli nella armonie e ciò mi provoca una piacevole soddisfazione.
La sera, dopo aver ascoltato con le cuffie un po' di musica non troppo veloce mi addormento più serenamente ripensando alle parole o ai suoni.
Da quando ho cominciato ad ascoltare la musica capendola, cioè circa 2 anni fa, mi sento più equilibrato e tranquillo. In particolare sono appassionato da un divergente cantautore italiano.
Di lui dicevano: "Le sue canzoni non sono mai state di moda; infatti la moda è passeggera ed effimera per definizione. Così la moda passerà ma le sue canzoni rimarranno per sempre".
Ormai è morto da più di 10 anni, ma le sue canzoni mi stanno sempre accompagnando.
Lui è Fabrizio De Andrè.
Il suo era un pensiero anarchico e laico, e la sua persona non era esattamente ciò che di più per bene ci si potrebbe aspettare. Scrisse lui stesso: "Che cosa avrebbe potuto fare alla fine degli anni cinquanta un giovane alcolizzato, forte fumatore, incazzato col mondo, mediamente colto e con una grande voglia di libertà? Probabilmente sarebbe diventato un cantautore, e così è stato".
Proprio per questo nelle sue canzoni egli ritrae, nelle strade di Genova, la città che De Andrè ha sempre amato, la gente emarginata, gli ultimi.
In quarant'anni di attività nani, ladri, prostitute, blasfemi, assassini, pazzi e molti altri hanno preso posto fra gli intrecci delle sue parole. I suoi temi erano la guerra, l'amore, gli ultimi, i soldi, Dio: Fabrizio non era credente, ma non si dimostrava esplicitamente contro la chiesa.
In un suo album -il mio preferito- , "Storia di un impiegato", ritrae varie figure apparentemente normali come "Un giudice", "Un chimico", "Un blasfemo", "Un ottico", "Un matto".
Ma il giudice è un nano schernito da tutti e cercato solo per "la virtù meno apparente"; il chimico non ha mai compreso il valore dell'unione amorosa, ma ha compreso l'unione degli elementi.
Però, in "Un blasfemo", forse la mia canzone preferita, trovo il vero spirito di De Andrè: critico, intelligente, inconsueto ma incredibilmente reale e sensato.
Il testo e la musica sono molto stimolanti: sentiteli qui.
In conclusione, spero che la musica non manchi mai nel ritmo della mia vita, perché essa mi trasmette emozioni, il suo testo mi fa riflettere. Testo e musica assieme rispecchiano la mia vita; la musica ci aiuta a fare le cose giuste, a confermare le nostre scelte.
Come Fabrizio dice in Via del Campo, "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori"
26.4.10
AUTOGRAFO
GIANLUCA ZAMBROTTA (per chi non sa chi fosse era un giocatore della nazionale e della giuve che ora gioca al Milan)!!!
Adesso abbiamo il suo autografo che presto metteremo sul blog.
Dice:
Con affetto agli alunni della scuola Aldo Moro
15 ciao Gianluca Zambrotta
10.4.10
LeSsIcOmAnIa
il far uso di un linguaggio osceno
prodotto da Silvia, Michela, Anna2 (w noi!!)
26.3.10
20.3.10
APPROFONDIAMO LUCREZIO
Il suo "De rerum natura" costituisce uno dei capolavori della letteratura latina e universale. Il periodo in cui visse era funestato da odi politici e da guerre civili, immagine della misera sorte dell'umanità. Con la sua opera Lucrezio intende dare ai suoi concittadini e al mondo intero la possibilità di riscattarsi da quanto opprime l'esistenza e di renderla tranquilla e serena attraverso la dottrina epicurea.
Tale dottrina, spiegando razionalmente la natura del mondo e degli uomini, consente di eliminare il timore degli dei, la paura della morte ed ogni genere di credenze superstiziose riguardo all'aldilà.
APPROFONDIAMO EPICURO
Anche l'anima è materia.
La sua morale ha come fine la felicità dell'uomo realizzabile mediante un uso equilibrato e ragionevole dei piaceri.
La scuola di Epicuro o "Giardino" era un luogo di serenità all'interno della tormentata società di allora.
L'epicureismo spinge l'uomo a trovare rifugio nella propria interiorità, come possibilità di libertà da ogni cosa.
Grande valore ha l'amicizia che facilita questa libertà.
19.3.10
15.3.10
IL RAPPORTO CON IL CIBO DI LORENZO BUTTI
Fosse per me mangerei ininterrottamente cibo spazzatura (caramelle, cioccolatini, dolciumi, patatine, ketchup, maionese... ) oppure vivrei dentro un McDonald.
Invece, per fortuna o purtroppo, ci hanno dotato di... Mamma e Papà! Sì, quelle persone che ti costringono a mangiare verdura, minestra e frutta fino allo sfinimento, con il loro sorriso a 32 denti e la loro espressione compiaciuta nel vederti vomitare nel piatto. Ma che ci posso fare? Ormai è così, mi sono rassegnato a mangiare la verdura scoprendo che non è cattiva... è pessima, vomitevole, lacrimevole, putrida e raccapricciante!
Ma come ho detto mi sono rassegnato. Ora mangio anche la verdura.
Mi piace mangiare finché sono sazio, ma adesso non mi faccio più problemi; quello che bolle in pentola mangio! (a meno che non sia il topo che la mia gatta usa per pulirsi le orecchie o l'esperimento di scienze fai-da-te fallito).
Di mattina mangio ciò che c'è, di pomeriggio ciò che c'è, a pranzo ciò che c'è, di sera ciò che c'è, mentre durante l'intervallo ciò che non c'era. Ovvero: non mangio niente di mio ma chiedo ai miei compagni qualcosa da mangiare, funziona.
Voi vi chiederete: "A cosa mi è servito leggere questo brano, a parte che per scoprire che la gatta dell'autore si pulisce le orecchie con un topolino peluche?".
Volete davvero scoprirlo?
Beh... A niente! Vi ho semplicemente fatto perdere 2 minuti della vostra esistenza.
Vi devo lasciare: sono pronte le lasagne.
Di Lorenzo Butti
SCIATT (RICETTA VALTELLINESE)
Farina nera di grano saraceno gr. 300 - farina bianca gr. 200 - formaggio di casèra gr. 300 - bicarbonato di sodio mezzo cucchiaino oppure un pizzico di lievitante per gnocchi - sale - strutto. (Per 4 persone)
13.3.10
L’énergie du Feu
dans la nuit noire,
l’éclat du feu
brûlant, carbonisant,
allume de terreur
les yeux effrayés
des habitants de la forêt.
Les flammes,
mangeuses d’arbres et de vivants,
se lancent impitoyables
et sans espoir
contre les étoiles d’argent,
à peine soucieuses
de ce qui se passe sur terre.
L’incendie avance, cependant,
féroce,
gueulard,
roulant sur ses flammes,
rouges comme les menaces
crachées par un dragon
sorti des entrailles de la planète,
sombres comme les esprits
prisonniers de l’enfer,
changeantes
comme des mèches de nuages
flamboyant
dans la lumière embrasée
du soleil couchant.
De larges lambeaux,
roussissant les branches
des chênes centenaires
et les flaques d’eau,
se jettent
fous de colère
sur les espaces immobiles,
enchaînés, révoltés
face à leur destin
si proche et cruel.
Et pourtant,
que de force, que de vie,
quelle hypnose d’enchantement !
L'énergie de l'Eau
J'admire de petites vagues sur la superficie de mon beau lac...et je crois que ça c'est l'Eau.
Je baye aux corneilles à côté de l'étang qui reflète le soleil, à la campagne, où les grenouilles nagent rapides et magiques dans ce liquide qui dort... et je dis que ça c'est l'Eau.
Mais je me tourne vers d'autres paysages que la planète possède et dévoile.
Et qu'est-ce qui se passe sous mes yeux?
L'océan puissant qui rugit féroce contre les rochers, qui cogne aux écueils, qui ronge les plages, qui mord les rivages et se jette cruel sur les côtes.
La mer qui se gongle et lance furieuse ses rouleaux orageux aux flancs des navires perdus dans la tempête.
Le lac qui s'agite fâché et frissonnant, et romp ses noires vagues alourdies par la rage contre ses bords innocents et affolés.
Les averses qui trempent les maisons et les paysages.
La marée houleuse, poussée par les rafales, qui inonde les sables affolés et silencieux, prisonniers de la terre.
Ses moutons spumeux qui poursuivent les fantômes des noyés et rugissent vers les falaises immobiles et hurlantes.
Les monstres d'eau des tsunamis qui attaquent les îles inconscientes, sans espoir, et emportent les visages des gens et les chansons des enfants.
Le courant voleur qui reflue et ravit les villages et brise les ponts et fauche les arbres et casse les bateaux.
L'ouragan terrible et vandale, qui assaillit les petits univers des hommes impuissants et ravage et pille et efface et enlève les gens et leurs rêves.
Voilà ce que c'est que l'Eau!