Rifletto sull'importanza che ha la musica nella mia giornata e scrivo le mie considerazioni
Se penso alla musica, mi accorgo di considerarla e apprezzarla maggiormente quando essa è accompagnata da un testo, quando lo rispecchia e lo esalta, musiche tristi o delicate, o squillanti e trionfanti spesso da sole non bastano. In generale, nella mia giornata, ascolto musica di cantautori, perché riesco, grazie alle melodie di tutti gli strumenti, a immedesimarmi nel testo.
Con certe canzoni che già conosco mi rilasso, oppure al pomeriggio mi lascio prendere da nuove canzoni mai ascoltate.
Poi, grazie ai lavori scolastici rispetto agli strumenti musicali, sono in grado di riconoscerli nella armonie e ciò mi provoca una piacevole soddisfazione.
La sera, dopo aver ascoltato con le cuffie un po' di musica non troppo veloce mi addormento più serenamente ripensando alle parole o ai suoni.
Da quando ho cominciato ad ascoltare la musica capendola, cioè circa 2 anni fa, mi sento più equilibrato e tranquillo. In particolare sono appassionato da un divergente cantautore italiano.
Di lui dicevano: "Le sue canzoni non sono mai state di moda; infatti la moda è passeggera ed effimera per definizione. Così la moda passerà ma le sue canzoni rimarranno per sempre".
Ormai è morto da più di 10 anni, ma le sue canzoni mi stanno sempre accompagnando.
Lui è Fabrizio De Andrè.
Il suo era un pensiero anarchico e laico, e la sua persona non era esattamente ciò che di più per bene ci si potrebbe aspettare. Scrisse lui stesso: "Che cosa avrebbe potuto fare alla fine degli anni cinquanta un giovane alcolizzato, forte fumatore, incazzato col mondo, mediamente colto e con una grande voglia di libertà? Probabilmente sarebbe diventato un cantautore, e così è stato".
Proprio per questo nelle sue canzoni egli ritrae, nelle strade di Genova, la città che De Andrè ha sempre amato, la gente emarginata, gli ultimi.
In quarant'anni di attività nani, ladri, prostitute, blasfemi, assassini, pazzi e molti altri hanno preso posto fra gli intrecci delle sue parole. I suoi temi erano la guerra, l'amore, gli ultimi, i soldi, Dio: Fabrizio non era credente, ma non si dimostrava esplicitamente contro la chiesa.
In un suo album -il mio preferito- , "Storia di un impiegato", ritrae varie figure apparentemente normali come "Un giudice", "Un chimico", "Un blasfemo", "Un ottico", "Un matto".
Ma il giudice è un nano schernito da tutti e cercato solo per "la virtù meno apparente"; il chimico non ha mai compreso il valore dell'unione amorosa, ma ha compreso l'unione degli elementi.
Però, in "Un blasfemo", forse la mia canzone preferita, trovo il vero spirito di De Andrè: critico, intelligente, inconsueto ma incredibilmente reale e sensato.
Il testo e la musica sono molto stimolanti: sentiteli qui.
In conclusione, spero che la musica non manchi mai nel ritmo della mia vita, perché essa mi trasmette emozioni, il suo testo mi fa riflettere. Testo e musica assieme rispecchiano la mia vita; la musica ci aiuta a fare le cose giuste, a confermare le nostre scelte.
Come Fabrizio dice in Via del Campo, "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori"
Se penso alla musica, mi accorgo di considerarla e apprezzarla maggiormente quando essa è accompagnata da un testo, quando lo rispecchia e lo esalta, musiche tristi o delicate, o squillanti e trionfanti spesso da sole non bastano. In generale, nella mia giornata, ascolto musica di cantautori, perché riesco, grazie alle melodie di tutti gli strumenti, a immedesimarmi nel testo.
Con certe canzoni che già conosco mi rilasso, oppure al pomeriggio mi lascio prendere da nuove canzoni mai ascoltate.
Poi, grazie ai lavori scolastici rispetto agli strumenti musicali, sono in grado di riconoscerli nella armonie e ciò mi provoca una piacevole soddisfazione.
La sera, dopo aver ascoltato con le cuffie un po' di musica non troppo veloce mi addormento più serenamente ripensando alle parole o ai suoni.
Da quando ho cominciato ad ascoltare la musica capendola, cioè circa 2 anni fa, mi sento più equilibrato e tranquillo. In particolare sono appassionato da un divergente cantautore italiano.
Di lui dicevano: "Le sue canzoni non sono mai state di moda; infatti la moda è passeggera ed effimera per definizione. Così la moda passerà ma le sue canzoni rimarranno per sempre".
Ormai è morto da più di 10 anni, ma le sue canzoni mi stanno sempre accompagnando.
Lui è Fabrizio De Andrè.
Il suo era un pensiero anarchico e laico, e la sua persona non era esattamente ciò che di più per bene ci si potrebbe aspettare. Scrisse lui stesso: "Che cosa avrebbe potuto fare alla fine degli anni cinquanta un giovane alcolizzato, forte fumatore, incazzato col mondo, mediamente colto e con una grande voglia di libertà? Probabilmente sarebbe diventato un cantautore, e così è stato".
Proprio per questo nelle sue canzoni egli ritrae, nelle strade di Genova, la città che De Andrè ha sempre amato, la gente emarginata, gli ultimi.
In quarant'anni di attività nani, ladri, prostitute, blasfemi, assassini, pazzi e molti altri hanno preso posto fra gli intrecci delle sue parole. I suoi temi erano la guerra, l'amore, gli ultimi, i soldi, Dio: Fabrizio non era credente, ma non si dimostrava esplicitamente contro la chiesa.
In un suo album -il mio preferito- , "Storia di un impiegato", ritrae varie figure apparentemente normali come "Un giudice", "Un chimico", "Un blasfemo", "Un ottico", "Un matto".
Ma il giudice è un nano schernito da tutti e cercato solo per "la virtù meno apparente"; il chimico non ha mai compreso il valore dell'unione amorosa, ma ha compreso l'unione degli elementi.
Però, in "Un blasfemo", forse la mia canzone preferita, trovo il vero spirito di De Andrè: critico, intelligente, inconsueto ma incredibilmente reale e sensato.
Il testo e la musica sono molto stimolanti: sentiteli qui.
In conclusione, spero che la musica non manchi mai nel ritmo della mia vita, perché essa mi trasmette emozioni, il suo testo mi fa riflettere. Testo e musica assieme rispecchiano la mia vita; la musica ci aiuta a fare le cose giuste, a confermare le nostre scelte.
Come Fabrizio dice in Via del Campo, "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori"
Francesco Cavalleri
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminacomplimenti...continua a credere nella bella musica, che deve resistere ai vari pseudo eroi di amici o x factor!
RispondiEliminalaura (mamma di giorgio mentasti)
e complimenti a tutti per il blog!