I festeggiamenti sul territorio nazionale e anche all'estero sono stati numerosi; noi siamo stati coinvolti direttamente tramite le attività scolastiche.
La mostra “L'anima italiana” di Ernesto Solari è uno degli esempi più vicini che possiamo trovare; in essa il nostro professore ha illustrato i principali protagonisti del Risorgimento italiano.
C'è anche da ricordare che i 150 anni sono stati considerati eccezionalmente festa nazionale, e quindi non si è andati al lavoro e a scuola.
L'esperienza per me più significativa riguardante il Risorgimento e l'Unità d'Italia, è stata la partecipazione all'opera teatrale di Verdi Nabucco, e tutte le spiegazioni e gli approfondimenti che ci sono stati suggeriti dalla docente Concetta Fanciano. Un particolare valore artistico e storico ha il canto più conosciuto del Nabucco, il Va' Pensiero,
perché ispirò gli animi dei focolai del Risorgimento. Un interessante percorso sui contenuti del Va' Pensiero, il salmo ebreo 137 e il sonetto di Quasimodo Alle fronde dei salici è riportato di seguito.
SALMO137
Lungo i fiumi laggiù in Babilonia, sulle rive sedemmo in pianto
al ricordo struggente di Sion; sopra i salici, là in quella terra, appendemmo le cetre armoniose. Oppressori e infami aguzzinici chiedevan le nostre canzoni, dopo averci condotti in catene, le canzoni di gioia chiedevan:"Intonateci i canti di Sion". Potevamo noi forse cantare salmi e canti del nostro Iddio in quel triste paese straniero? La mia destra sia paralizzatase ti scordo, o Gerusalemme. Mi si attacchi la lingua al palato se un istante appena io lascio di pensarti, mia Gerusalemme, se non pongo te, Gerusalemme, al di sopra di ogni mia gioia. Tu ricorda i figli di Edom: Dio, quanto nel giorno supremo contro Gerusalemme urlavan:"Distruggete le mura, abbattete, annientate le sue fondamenta". Babilonia, o madre di morte, sciagurata città, sia beato chi ti rende la stessa infamia, sia beato chi afferra i tuoi figlie li stritola contro la roccia.
VA' PENSIERO
Va, pensiero, sull'ali dorate;
Va, ti posa sui clivi, sui colli,
Ove olezzano tepide e molli
L'aure dolci del suolo natal!
Del Giordano le rive saluta,
Di Sionne le torri atterrate...
Oh mia patria sì bella e perduta!
O membranza sì cara e fatal!
Arpa d'or dei fatidici vati,
Perché muta dal salice pendi?
Le memorie nel petto riaccendi,
Ci favella del tempo che fu!
O simile di Solima ai fati
Traggi un suono di crudo lamento,
O t'ispiri il Signore un concento
Che ne infonda al patire virtù!
ALLE FRONDE DEI SALICI
E come potevano noi cantare
Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio,
al lamento d’agnello dei fanciulli,
all’urlo nero della madre
che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Sono molte le parti che rispecchiano la comune ispirazione poetica di Verdi e Quasimodo.
Ma per comprendere al meglio il Risorgimento e l'Unità d'Italia, bisogna conoscere a fondo il contesto culturale in cui si svolsero.
Nella letteratura del Romanticismo, troviamo Manzoni col capolavoro I promessi sposi.
Nel Romanticismo pittorico si distinsero quattro artisti per ogni paese coinvolto nel movimento: Turner, il paesaggista inglese; Friedrich, il tedesco autore del dipinto allegorico Viandante su un mare di nebbia; De la Croix, il pittore combattente francese che si schierava politicamente; Hayez, l'italiano autore del Bacio.
Gli avvenimenti storici sono sintetizzati in questa scaletta.
• 1815: Congresso di Vienna: si ritorna all'assolutismo dopo Napoleone. Viene effettuata una divisione degli stati per creare un equilibrio fra di loro ma non si tiene conto della cultura, delle
lingue e delle religioni dei popoli che vengono così mescolati e divisi.
Questo causa il malcontento delle popolazioni che si sentono vittime di un'ingiustizia.
• 1820-1821: I primi moti rivoluzionari cominciano in Francia, con i Comuneros, e arrivano in Italia dove i Carbonari riescono ad ottenere una costituzione da Carlo Alberto, ma pochi mesi dopo tutte le rivolte europee vengono soppresse dagli eserciti della Santa Alleanza e le costituzioni abolite.
Fra i patrioti prigionieri troviamo Silvio Pellico, autore de Le mie prigioni.
• 1830-31: La seconda ondata ha origine a Parigi; infatti la Francia ottiene la costituzione, ma negli altri paesi la situazione non cambia.
Però si capisce che l'equilibrio imposto dalla Santa Alleanza non può durare all'infinito.
• 1831: Il senso dei moti è racchiuso nel pensiero di un uomo, Giuseppe Mazzini, che ha un sogno: l'Italia Unita.
Per perseguirlo fonda a Marsiglia La giovine Italia.
• 1843-44: I moti di Mazzini falliscono, il più scoraggiante fu quello dei fratelli Bandiera in Calabria; essi vengono
uccisi dai Borbone senza che i contadini partecipino alla rivolta.
• 1844: Nascono nuove scuole di pensiero sull'Italia: per Gioberti va seguita la strada del federalismo sotto la guida del papa, mentre per Balbo l'Italia federale deve essere guidata dai Savoia. L'idea di Cattaneo è un'Italia federata formata da Repubbliche borghesi.
• 1848: Per i problemi sociali, economici e nazionali dell'Europa, scoppia a Parigi una rivoluzione alla quale prendono parte borghesi, operai ed artigiani. La Francia ottiene il suffragio universale. Dopo Parigi, si susseguono rivolte in tutta Europa. In Italia ha inizio con le rivolte la prima guerra d'indipendenza dove Carlo Alberto, dopo aver concesso uno statuto, viene sconfitto da Radetzky e firma l'armistizio a Custoza.
• 1854: È entrato in scena un personaggio importantissimo: Camillo Benso Conte di Cavour. Per farsi amica la Francia, manda in aiuto un esercito italiano in Crimea ad aiutare i francesi.
• 1858: Le trame di Cavour permisero all'Italia di firmare con la Francia gli accordi di Plombières: i francesi sarebbero intervenuti quando gli austriaci avessero attaccato il Piemonte. L'esercito sabaudo fece in modo di farsi attaccare. La Francia interviene. Così cominciò la seconda guerra d'indipendenza.
• 1859: Quando l'Italia sembra fatta,
Napoleone III si tira indietro: firma a Villafranca l'armistizio. Per ora la sola
Lombardia era stata annessa al Regno Sabaudo.
• 1860: Garibaldi è tornato deciso a liberare l'Italia centro-meridionale; per questo parte da Quarto con 1000 camicie rosse alla volta della Sicilia.
Da lì risale l'Italia liberando tutti i territori che incontrava, anche perché molti contadini si unirono a lui. Anche i Borbone furono battuti sul Volturno.
A Teano Garibaldi incontra Vittorio Emanuele II con l'esercito “regolare” e gli cede i territori conquistati.
• 1861: Finalmente, Vittorio Emanuele II dichiara il 17 Marzo l'Unità d'Italia.
Gli unici territori che ancora non sono annessi al Regno sono il Veneto e il Lazio.
• 1862: Garibaldi marcia verso Roma, ma viene fermato. La capitale è spostata da Torino a Firenze.
• 1866: L'Italia si allea con la Prussia, che voleva conquistare la Confederazione germanica, per ottenere il Veneto nella terza guerra d'indipendenza.
L'Italia perse ma vista la vittoria Prussiana riuscì ugualmente ad ottenere il Veneto.
• 1871: Dal momento che la Francia era stata sconfitta, ora lo stato pontificio non aveva più protezioni. Attraverso la breccia di Porta Pia l'esercito Italiano entrò a Roma e la conquistò. La capitale venne trasferita definitivamente a Roma.
Oltre agli avvenimenti storici e artistici, ci furono scoperte e invenzioni scientifiche molto importanti, come la lampadina e la macchina a vapore.
A livello sociale la classe dominante era la borghesia.
In conclusione, sono contento che il 150° anniversario dell'Unità d'Italia sia capitato proprio nell'anno del mio esame, perché mi ha consentito di fare approfondimenti su questo tema e di poterlo presentare all'esame con maggior consapevolezza. Penso spesso con grande ammirazione e gratitudine ai vari personaggi che, agendo bene nel passato, ci permettono oggi di vivere nello stato Italiano unitario.
Spero che questi festeggiamenti riaccendano un poco le speranze di un'Italia migliore di quella che stiamo vivendo e che ognuno di noi possa essere orgoglioso della sua italianità.
Francesco Cavalleri
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