26.11.10

ELEZIONE DEL GOVERNO DEGLI GNOMI

La votazione voluta dal prof. Solari ha ottenuto i seguenti risultati:
Presidente: Scorti Lisa 3C
Vicepresidente: Vendramin Lorenzo 3A

25.11.10

COMMERCIO EQUO E SOLIDALE

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Sono molto poche le persone che, nei nostri paesi industrializzati, non hanno sentito parlare del commercio equo e solidale. Questo tipo di commercio si basa su un rapporto diretto fra il produttore e l'azienda che vende il suo prodotto; ovvero ciò che non avviene normalmente nelle multinazionali, dove ci sono moltissimi intermediari.

Quindi, nel sistema utilizzato dalle multinazionali ci sono molti costi che aumentano via via che il prodotto si avvicina al consumatore: trasporti, lavorazioni, pubblicità, confezionamento... Ovviamente per far quadrare i conti si taglia sulla regolare paga di chi ha realmente lavorato per produrre le materie prime, ovvero i poverissimi contadini del terzo mondo. La differenza che il commercio equo s'impone è quella di rispettare i diritti del lavoratore garantendogli un rapporto diretto e uno stipendio costante e che retribuisca giustamente il suo lavoro. Infatti, anche se i prezzi di zucchero, caffè, cacao ecc. sono stabiliti nei paesi ricche il commercio equo e solidale s'impegna a non scendere mai sotto un minimo stipendio.

Ma come tutte le cose buone (o che almeno lo sono in apparenza) anche il commercio equo è spesso visto con scetticismo: Ma i prodotti saranno sani? Rispetteranno le norme igieniche? E perché costano di più?

Bisogna essere chiari per definire questi aspetti: oltre ad essere perfettamente a norma con tutte le regole dell'unione europea, molte delle coltivazioni hanno scelto di utilizzare anche un'agricoltura che sia equa anche con la natura, ovvero coltivazioni biologiche.

Da parte mia, mi viene da pensare che ci saranno pure degli aspetti negativi, ma anche sforzandomi non riesco a trovarne, a parte una leggera differenza di prezzo che viene ampiamente compensata dalla qualità dei prodotti e dalla consapevolezza dell'aiutare qualcuno.

Io mi dichiaro nettamente favorevole al commercio equo e solidale, per i motivi che sono anche i più importanti di questo commercio:

-I contadini hanno un aiuto immediato, che subito gli permette di ricominciare a produrre e di non doversi ridurre a fare i braccianti per le multinazionali. Infatti i pochi contadini indipendenti dalle multinazionali sono disagiati da vari elementi come il clima, le variazioni di prezzo, i bisogni della famiglia, e non riescono a produrre abbastanza.

-A lungo andare, reintroducendo i soldi in questi ambienti poveri si comincia a far girare l'economia locale, e quindi si possono tenere da parte dei soldi per acquistare elementi socialmente utili o ampliare la comunità di contadini ad altri villaggi e così facendo aiutare altre persone.

L'idea di commercio equo e solidale non è molto antica, si sviluppo dal secondo dopoguerra e in Italia la prima associazione fu la CTM, ancora oggi la più importante.

Il passo più importante, che è anche quello finale, di tutto il commercio equo è la vendita, che solitamente è gestita da volontari.

Un aspetto negativo sta che, forse per mancanza di organizzazione o per mancanza di fondi, per me si conta troppo sul volontariato: è vero che è giustissimo aiutare in cambio di niente ma questo sentimento ormai si sta perdendo.

Conoscendo più dall'interno queste associazioni si potrebbe cercare di dare un aiuto comune perché tutto il commercio mondiale gli assomigli, anche se sarebbe sicuramente una “rivoluzione” a lungo temine.

Francesco Cavalleri

15.11.10

TESI SUL NUCLEARE E LE RISORSE RINNOVABILI

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È da parecchi anni ormai che si parla dell'esaurimento delle risorse non rinnovabili come il petrolio, il carbone, i gas; ed anche se ce ne fossero ancora molti, abbiamo tutti sotto gli occhi le guerre che possono scoppiare per appropriarsene.

Molti liquiderebbero il problema semplicemente promuovendo l'utilizzo delle fonti di energia rinnovabili, come le pale eoliche, le centrali idroelettriche, i pannelli fotovoltaici, le centrali geotermiche. Ma pensandoci bene, sono poche le occasioni in cui queste tecnologie non inquinanti riescono a soddisfare il fabbisogno energetico di interi paesi.

Già, infatti sono proprio questi i due punti che potrebbero contrapporsi in un ampio dibattito sulle fonti di energia rinnovabili:

A. Le energie rinnovabili sono senza dubbio migliori perché oltre ad essere illimitate non producono anidride carbonica ed ossidi di azoto e di zolfo, principali cause del buco nell'ozono e dell'effetto serra.

B. Anche con i loro benefici, non sono comunque in grado di colmare la lacuna energetiche che lascerebbe l'abbandono delle centrali a combustione.

In effetti quest'ultimo punto non è poi così drastico, perché con un uso più responsabile e meno dispendioso dell'energia da parte di tutti sarebbe possibile dipendere solo dalle energie rinnovabili. Anche questo è un problema importante di cui tener conto: spesso la presenza di zone più ricche di carbone o petrolio creava dipendenze alle nazioni senza, e sfociava nelle guerre; ma sarebbe forse impossibile immaginarsi, in un futuro non molto lontano, delle guerre per zone più ventose o più soleggiate?

Comunque, pensare a un impegno collettivo nel risparmio di energia a livello mondiale con la situazione politica e sociale attuale sarebbe irreale, sia per altri problemi sia per la mancanza di senso di cambiamento generale.

Ed è a questo punto che entra in gioco l'energia nucleare: non inquina, è illimitata e potrebbe fornire tutta l'energia necessaria; ma ovviamente ha anche molti aspetti negativi. Il processo di scissione nucleare fu un'idea di Einstein, che non la inventò come arma, ma decise di svilupparla come tale per impedire che la sviluppassero i nazisti.

Successivamente si pensò ad una centrale che, con il calore provocato dall'esplosione atomica trasmettesse in energia il vapore risultante dalla veloce evaporazione dell'acqua.

Ora la critica verso il nucleare è molto accesa tanto da vietarne l'uso in alcuni paesi europei tra cui l'Italia; le principali diffidenze sono:

-I disastri avvenuti in passato (Cernobyl) dovuti comunque a gestioni inadeguate;

-La difficoltà nello smaltire le scorie;

-La localizzazione dei centri, che ovviamente nessuno vorrebbe vicino;

-La difficoltà nei trasporti delle materia prima (Uranio 235) e delle scorie, entrambe radioattive.

Questi sono solo i problemi principali, è poi da contemplare il fatto che queste strutture potrebbero essere facilmente vittima di attacchi terroristici .

La mia opinione personale è favorevole all'utilizzo delle centrali nucleari per la produzione di energia, poiché, come ho già specificato, un impegno collettivo al fine del solo utilizzo delle energie rinnovabili naturali sarebbe impossibile.

E visto che fra poco finiranno petrolio & Co., e con loro diversi problemi, bisogna incominciare a risolvere quelli nuovi che ci si presentano con il nucleare. Riguardo ai disastri passati, penso che ormai con la tecnologia odierna sia possibile prevenirli come anche per gli attacchi terroristici. Se no, quando divento maggiorenne ci penso io.

Per localizzare i centri si dovrebbe porli vicino alle miniere di uranio, risolvendo così anche il problema del trasporto.

Il problema principale è rappresentato dalla gestione delle scorie: se non siamo capaci di gestire il problema dei rifiuti, qui in Italia, come ce la caveremo con le scorie radioattive?

Un'importante idea, che però andrebbe approfondita e verificata, sarebbe questa: mezzo secolo fa' si scindeva l'uranio 235 perché è facilmente scindibile, e si procede così tuttora. Possibile che in questo così importante campo non ci sia stato nessun progresso? Se si riuscisse a scindere qualche altro materiale, che è d'ingombro, come ad esempio i rifiuti, ci si ritroverebbe con meno scorie che magari non sarebbero neanche radioattive!

Purtroppo quest'idea non è assolutamente non fondata, ma sa fosse possibile...

è un'idea mia!

Francesco Cavalleri