30.4.10

IO E LA MUSICA

Rifletto sull'importanza che ha la musica nella mia giornata e scrivo le mie considerazioni

Se penso alla musica, mi accorgo di considerarla e apprezzarla maggiormente quando essa è accompagnata da un testo, quando lo rispecchia e lo esalta, musiche tristi o delicate, o squillanti e trionfanti spesso da sole non bastano. In generale, nella mia giornata, ascolto musica di cantautori, perché riesco, grazie alle melodie di tutti gli strumenti, a immedesimarmi nel testo.
Con certe canzoni che già conosco mi rilasso, oppure al pomeriggio mi lascio prendere da nuove canzoni mai ascoltate.
Poi, grazie ai lavori scolastici rispetto agli strumenti musicali, sono in grado di riconoscerli nella armonie e ciò mi provoca una piacevole soddisfazione.
La sera, dopo aver ascoltato con le cuffie un po' di musica non troppo veloce mi addormento più serenamente ripensando alle parole o ai suoni.
Da quando ho cominciato ad ascoltare la musica capendola, cioè circa 2 anni fa, mi sento più equilibrato e tranquillo. In particolare sono appassionato da un divergente cantautore italiano.
Di lui dicevano: "Le sue canzoni non sono mai state di moda; infatti la moda è passeggera ed effimera per definizione. Così la moda passerà ma le sue canzoni rimarranno per sempre".
Ormai è morto da più di 10 anni, ma le sue canzoni mi stanno sempre accompagnando.
Lui è Fabrizio De Andrè.
Il suo era un pensiero anarchico e laico, e la sua persona non era esattamente ciò che di più per bene ci si potrebbe aspettare. Scrisse lui stesso: "Che cosa avrebbe potuto fare alla fine degli anni cinquanta un giovane alcolizzato, forte fumatore, incazzato col mondo, mediamente colto e con una grande voglia di libertà? Probabilmente sarebbe diventato un cantautore, e così è stato".
Proprio per questo nelle sue canzoni egli ritrae, nelle strade di Genova, la città che De Andrè ha sempre amato, la gente emarginata, gli ultimi.
In quarant'anni di attività nani, ladri, prostitute, blasfemi, assassini, pazzi e molti altri hanno preso posto fra gli intrecci delle sue parole. I suoi temi erano la guerra, l'amore, gli ultimi, i soldi, Dio: Fabrizio non era credente, ma non si dimostrava esplicitamente contro la chiesa.
In un suo album -il mio preferito- , "Storia di un impiegato", ritrae varie figure apparentemente normali come "Un giudice", "Un chimico", "Un blasfemo", "Un ottico", "Un matto".
Ma il giudice è un nano schernito da tutti e cercato solo per "la virtù meno apparente"; il chimico non ha mai compreso il valore dell'unione amorosa, ma ha compreso l'unione degli elementi.
Però, in "Un blasfemo", forse la mia canzone preferita, trovo il vero spirito di De Andrè: critico, intelligente, inconsueto ma incredibilmente reale e sensato.
Il testo e la musica sono molto stimolanti: sentiteli qui.
In conclusione, spero che la musica non manchi mai nel ritmo della mia vita, perché essa mi trasmette emozioni, il suo testo mi fa riflettere. Testo e musica assieme rispecchiano la mia vita; la musica ci aiuta a fare le cose giuste, a confermare le nostre scelte.
Come Fabrizio dice in Via del Campo, "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori"


Francesco Cavalleri

26.4.10

AUTOGRAFO 2

AUTOGRAFO

Ieri la nostra prof. Cervi si trovava in un campo di allenmanto di tennis e sapete chi ha incontrato?
GIANLUCA ZAMBROTTA (per chi non sa chi fosse era un giocatore della nazionale e della giuve che ora gioca al Milan)!!!
Adesso abbiamo il suo autografo che presto metteremo sul blog.
Dice:
                     Con affetto agli alunni della scuola Aldo Moro
                              15 ciao Gianluca Zambrotta

10.4.10

LeSsIcOmAnIa

ABBACINARE-- offendere la vista con luce troppo viva e intensa
                             in senso figurato: ingannare, offuscare

ABERRAZIONE -- deviazione della norma
                                 spostamento apparente della posizione di un astro
                                disfunzione

ABIEZIONE -- l'essere abietto (spregevole)
                         condizione degradante

ABIGEATO -- furto di bestiame in branco

ABIURA -- ripudio pubblico e ufficiale di una religione o di una dottrina

ABNEGAZIONE -- rinuncia al piacere o all'utile per il bene altrui

ABOMINIO -- sentimento di grande avversione e di disprezzo
                         condizione moralmente detestabile

ABROGARE -- annullare, revocare una legge, un decreto, un regolamento

ABULIA -- debolezza di volontà,  irrisolutezza
                    forma patologica di mancanza di volontà

TURPILOQUIO -- il parlare senza ritegno di cose turpi,
                               il far uso di un linguaggio osceno

ACCASCIAMENTO -- profonda demoralizzazione, avvilimento

ACCATTIVARE -- guadagnare, conquistare la stima, la simpatia altrui

                                                                                                                                                            
prodotto da Silvia, Michela, Anna2 (w noi!!)